L'elettrocardiogramma: l'impronta digitale del nostro cuore

L'elettrocardiogramma: l'impronta digitale del nostro cuore

Che cos'è un elettrocardiogramma

L’elettrocardiogramma è la registrazione su carta millimetrata della corrente elettrica generata dal nostro cuore. La registrazione dura pochi secondi e mostra sulla carta l’attività elettrica di quelle correnti elettriche che poi si concretizzano in battiti cardiaci. Quando viene eseguito un elettrocardiogramma (in breve sintetizzato dalla sigla ECG!) ci vengono posizionati degli elettrodi sul torace ed alle estremità degli arti, braccia e gambe: questi elettrodi rappresentano ciascuno una sorta di “posizioni di vedetta” che ricevono la corrente che parte dal cuore e più tecnicamente vendono definite “derivazioni”. Ogni torretta a seconda di dove è posizionata intercetta una quota diversa di corrente elettrica a seconda della sua posizione rispetto al cuore all’interno del torace. Si crea così un puzzle di correnti nelle diverse derivazioni in grado di indicare al Cardiologo le eventuali anomalie. La corrente registrata sull’ECG è diversa in base alle caratteristiche corporee dell’individuo, in particolare rispetto al peso, all’altezza, alla distribuzione del grasso corporeo, al sesso (pensiamo alla presenza del seno!) all’età. È bene quindi che ogni elettrocardiogramma affinché sia letto correttamente riporti anche peso, età, sesso del soggetto. L’esecuzione dell’ECG dura pochi secondi, è indolore e può dirci tante cose di come funziona il nostro cuore o se ha subito dei danni nel tempo!

Almeno 3 buoni motivi per eseguirlo

  • Motivo 1: voglio iniziare a fare sport!

E’ sempre il momento giusto per iniziare una attività fisica, come raccomandato anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. La cosa migliore è una camminata tonica energica, possibilmente all’aperto (non nelle ore più calde!) per almeno 45 minuti ed almeno 3-4 volte alla settimana con una intensità tale che cominciamo a percepirla anche come sudorazione (circa una camminata a 5,5-6 km/h). Un allentamento di questo tipo presuppone che dal punto di vista ortopedico non vi siano impedimenti così come a livello cardiologico non vi siano particolari problemi. In questo caso non vi sono obblighi di legge per questa attività in autonomia, ma sarebbe buona norma eseguire un ECG prima di intraprendere questo percorso se non lo si è mai fatto, al fine di verificare che il nostro cuore abbia un battito regolare, che il battito nasca dalla parte giusta del cuore (cosiddetto “ritmo sinusale”) e che non vi siano turbe della depolarizzazione o ripolarizzazione del cuore.

Se invece decidiamo di iniziare una attività fisica in palestra, anche di tipo amatoriale, l’esecuzione di un ECG è molto importante innanzitutto per capire se vi sono controindicazioni maggiori poi anche per partire per la programmazione di un programma di allenamento personalizzato. Molte volte i riscontri di ipertensione arteriosa arrivano proprio dall’esecuzione di un ECG senza sintomi (spesso la pressione alta non da sintomi e possiamo averla senza che ce ne rendiamo conto!) che riporta nella refertazione la dicitura “ipertrofia ventricolare sinistra” ovvero un cuore con più massa in risposta alla pressione alta e che quindi genera una maggiore corrente all’ECG!

 

 

  • Motivo 2: ogni tanto ho una battarella!

C’è cardiopalmo e cardiopalmo! A molti sarà capitato di avvertire il cuore che batte veloce per una emozione o all’inizio di una corsa: tutto normale! Ci sono però altri episodi che ci preoccupano di più, per esempio, in cuore che batte veloce ed è associato a sensazione di svenimento, oppure uno svenimento non legato a fattori esterni. Ecco in queste ultime circostanze è importante capire come è fatto il battito del cuore durante quell’episodio e quindi ben vengano gli strumenti che ci registrano il battito per più ore o giorni (il cosiddetto ECG delle 24 ore, o addirittura gli orologi con dispositivi integrati di registrazione del battito cardiaco). Tuttavia, ogni valutazione parte con l’ECG di base eseguito in tranquillità! Infatti, già all’ECG di base a riposo si possono riscontrare delle anomalie della corrente elettrica, in particolare della conduzione, che predispongono allo sviluppo di aritmie sia atriali (per esempio la fibrillazione atriale) o ventricolari. Un esempio per tutti: avere la fibrillazione atriale non ci mette in pericolo di vita ma, anche se non ci da sintomi, è un fattore che può predisporre ad eventi cerebrovascolari come l’ictus e quindi va riconosciuta!

 

  • Motivo 3: ho familiarità per malattie di cuore, non solo infarti!

La nostra saluta dipende anche dalla nostra genetica, in particolare per le malattie cardiovascolari. Questo è molto noto per quanto riguarda le malattie di natura aterosclerotica come l’infarto miocardico, motivo per cui chi ha familiarità di primo grado (genitori e sorelle o fratelli) deve maniacalmente azzerare gli altri fattori di rischio modificabili come il fumo, il colesterolo alto, il diabete, la sedentarietà! Ci sono purtroppo anche altre “familiarità”, drammatiche, nella storia di alcune famiglie come, ad esempio, la ricorrenza di morti improvvise in soggetti giovani (inferiori ai 50 anni) decedute in pieno benessere, magari nel sonno. Comunemente si attribuisce a questi decessi una causa da infarto del cuore, senza che vi sia stata una diagnosi chiara in vita o ancora meno una autopsia. Etichettare come “post-infartuali” questi decessi senza una base scientifica è estremamente pericoloso per i familiari di primo grado della povera vittima, in quanto si preclude loro la possibilità di una diagnosi precoce che salverebbe loro la vita. In questo ambito esistono delle malattie, sebbene rare, che sono ricorrenti nelle famiglie e la cui diagnosi è fattibile con un semplice ECG ambulatoriale. Tra queste basti ricordare la Sindrome di Brugada o la sindrome del QT lungo! La prova dell’efficacia dell’esecuzione di un ECG salva-vita ci viene dalla Medicina dello Sport dove per avere il certificato di idoneità agonistica è necessario eseguire un ECG: lo screening in questi soggetti ha ridotto drasticamente gli episodi di morte improvvisa negli sportivi! Facciamo un ECG almeno una volta nella vita!

 

Prof.ssa Martina Perazzolo Marra,
Dipartimento di Scienze Cardio-Toraco-Vascolari e Sanità Pubblica
Università degli Studi di Padova

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