I reni: la centralina silenziosa del nostro equilibrio

I reni: la centralina silenziosa del nostro equilibrio

Quale esame iniziale per controllare i nostri reni

I reni sono l’organo deputato alla depurazione del nostro corpo, una sorta di filtro che fa secernere le sostanze non utilizzate fisiologicamente dal nostro organismo e reflue dei processi metabolici, inoltre l’elemento chiave nello “smaltimento” dei farmaci, spesso eliminati proprio per via renale. Nonostante la loro importanza ci ricordiamo di loro solo in circostanza particolari magari associate ad un evento doloroso come ad esempio una colica renale. Nella realtà e virtuosità del nostro organismo, i reni sono organi silenziosi che lavorano in silenzio e senza sosta in ogni momento della giornata ed essendo un organo pari (ovvero generalmente nasciamo tutti con due organi), uno vicaria l’altro in caso di necessità e quindi può capitare che un loro danno rimanga occulto per molto tempo e diventi manifesto come insufficienza renale solo dopo molto tempo e quindi con margine terapeutico ridotto. È quindi importante verificare il loro stato di salute e questo è estremamente facile eseguendo un primo passo dosando nel sangue la concentrazione della creatinina, la cosiddetta creatininemia. Questo parametro bioumorale viene dosato proprio in virtù della funzione di filtro che svolgono i reni.

La creatina è una proteina presente nei muscoli ed è una proteina necessaria alla contrazione muscolare. Nel muscolo, dalla creatina si forma la creatinina, che passa poi nel circolo ematico e viene eliminata tramite le urine. In realtà la creatina viene eliminata solo in parte con le urine, in quanto parte di quella filtrata a livello del glomerulo renale, viene poi riassorbita dal tubulo renale. La creatininemia è la quantità di creatinina contenuta nel siero ematico. Il prelievo del sangue puntuale ci dice la concentrazione della creatinina nel siero di quel campione. Abbinato al dosaggio della creatinina è importante valutare anche la concentrazione ematica nel sangue degli ioni, in particolare sodio e potassio. I reni infatti sono il centro regolatore della loro concentrazione ed alterazioni degli ioni (cosiddetti elettroliti) possono avere delle conseguenze molto serie per il nostro organismo, fino alla possibilità di determinare aritmie cardiache pericolose per la vita. Altro esame da abbinare è l’azotemia che misura la concentrazione di azoto non proteico nel sangue, ovvero la concentrazione di urea. Solo dopo questi esami preliminari il nostro medico deciderà se sono necessari altri approfondimenti come un’ecografia dei reni.

Come interpretare la creatinina

Il dosaggio della creatinina nel sangue ha un valore che normalmente è compreso tra 0,8 e 1,2 mg/dl e quando vengono riscontrati valori superiori significa che il rene non è stato in grado di depurare adeguatamente il sangue dalla creatinina. Il valore che viene riscontrato con il prelievo ematico è la quantità di creatinina rimasta in circolo dopo la depurazione del rene. Il valore elevato indica per sé una patologia, sebbene si debba considerare anche la massa muscolare del paziente per normalizzare ad essa la concentrazione della proteina. I valori della creatinina possono in realtà anche essere fisiologicamente più alti, ad esempio quando la persona fa un intenso lavoro muscolare, come un’intensa attività fisica soprattutto di pesistica, oppure possono essere fisiologicamente bassi, quando la persona è ipertrofica o ipotonica, come nel caso di pazienti allettati o anziani, che mantengono una normale funzionalità renale, ma hanno una massa muscolare ridotta.

E’ bene sempre abbinare anche esami del sangue come azotemia e ionemia in quanto in alcuni casi, proprio perché sono due i reni e si danno un ‘aiuto, valori nei limiti possono comunque mascherare un iniziale danno. Legato alla creatinina è il parametro della clearance della creatinina stessa, ovvero una sorta di “velocità di funzionamento”, cioè il volume di urina emesso per minuto, la cosiddetta “velocità di filtrazione glomerulare” (GFR).  La GFR è il valore che valuta la velocità con cui il sangue viene filtrato e ripulito da creatinina e altre scorie e permette di valutare nel tempo la capacità depurativa dei reni.

Il valore normale di questa velocità è di circa 100 – 120 ml/minuto e tiene conto di alcuni parametri legati alla persona stessa come età, sesso, etnia; tale valore se ridotto indica un danno renale. In base al valore di GFR si può capire se la funzione renale è normale (GFR > 90 ml/min), lievemente compromessa (89–60 ml/min), moderatamente compromessa (59–30 ml/mim) o gravemente compromessa (sotto i 30 ml/min).

Io sto bene perchè controllare i reni?

Il controllo dello stato di salute dei nostri reni è molto importante perché essi sono il centro depurativo del nostro organismo, nonché degli organi in grado di secernere degli ormoni coinvolti in molte patologie cardiovascolari. I reni sono organi che lavorano sodo e che prima di dare segno di sé, si rovinano lentamente e quanto ormai hanno esaurito la loro capacità funzionale non esistono trattamenti medici in grado di ripristinarne la funzione, ma solo la loro “sostituzione” funzionale mediante la dialisi o in fasi terminali il trapianto di rene.

Quindi innanzitutto è bene controllare la funzione renale in termini di creatininemia, azotemia, ionemia proprio per eseguire uno screening della nostra funzionalità renale.

E’ importante poi dosare questi indicatori bioumorali sopracitati in caso di diete ad alto contenuto proteico e per valutare il giusto apporto di liquidi secondo la nostra condizione clinica. Altro momento fondamentale è la loro valutazione durante la gravidanza.

Al di là dei motivi indicati che rientrano comunque nella fisiologia, ovvero aspetti normali della nostra vita, il nostro medico curante potrebbe indicarcene l’uso in particolari condizioni come ad esempio prima della prescrizione di alcuni farmaci in cronico (proprio per valutare a priori la capacità depurativa dei nostri reni) o in caso di alcuni sintomi come ad esempio gambe gonfie persistentemente o riduzione della quantità di urina al giorno, o alterazioni delle urine (in termini di limpidezza ad esempio), o ancora in caso di infezioni urinarie frequenti.

Cuore e reni: un legame inscindibile

Spesso quando si riscontra la pressione alta la prima cosa che ci viene in mente è andare dal Cardiologo perché riteniamo che sia il cuore il centro nevralgico dell’ipertensione! Questo è vero ma in forma limitata, in quanto la vera centralina regolatoria della nostra pressione sanguigna sono i nostri reni che dalla perfusione dei reni (guidata proprio dalla pressione ematica) traggono le loro funzioni di depurazione. Proprio per questo motivo, soprattutto nei soggetti giovani è nella funzione renale che si cerca la vera causa dell’ipertensione: curando la causa renale, si cura la pressione arteriosa. Al di là di queste forme di ipertensione arteriosa, definite secondarie, la maggioranza dei casi è riconducibile ad una forma per così dire “essenziale”: ma anche in questo caso i reni giocano un ruolo fondamentale in quanto la maggioranza dei farmaci antiipertensivi agisce proprio a questo livello.

Il legame tra i nostri reni ed il cuore non si esaurisce solo nella patologia ipertensiva, ma è ben più stretto e l’esempio più eclatante è fornito dallo scompenso cardiaco. Lo scompenso cardiaco è una sindrome patologica che rappresenta il punto di arrivo di una serie di malattie cardiache, la più frequente della quali è quella post-infartuale, seguita poi dalle patologie valvolari. In ogni caso, indipendente dalla causa scatenante, lo scompenso cardiaco è una patologia seria e difficile da curare che ha trovato recentemente alcune risposte nel suo trattamento, curando insieme cuore e rene, legati in questa malattia da una vera e propria “sindrome cardio-renale”.

In conclusione, i nostri reni sono un organo che lavora duramente ogni minuto della nostra vita, legati inscindibilmente alla nostra funzione cardiaca e centro depurativo del nostro organismo che dobbiamo mantenere sani e controllati indipendentemente dai sintomi che possono darci e soprattutto se prendiamo medicine in cronico!

Prof.ssa Martina Perazzolo Marra,
Dipartimento di Scienze Cardio-Toraco-Vascolari e Sanità Pubblica
Università degli Studi di Padova

Articoli Precedenti

Aprile 2024 — «L'elettrocardiogramma: l'impronta digitale del nostro cuore»
Marzo 2024 — «Normale glicemia a digiuno: una finestra sul nostro futuro cardiovascolare»
Febbraio 2024 — «La salute del cuore passa dalla salute dei nostri denti»

I Soci Costituenti il Fondo EASI