La nuova frontiera dell'intelligenza Artificiale

La nuova frontiera dell'intelligenza Artificiale

Negli ultimi anni il dibattito pubblico e l’attenzione della comunità scientifica mondiale e del sistema politico, ha visto l’apparizione di un nuovo protagonista: l’intelligenza artificiale (AI). Sempre più spesso sentiamo parlare dell’AI, del suo utilizzo, delle sue implicazioni e della necessità di regolamentarne l’utilizzo, perché è uno strumento potenzialmente utilissimo, ma che senza la corretta gestione e l’adeguata formazione potrebbe diventare minaccia.

Cos'è l'intelligenza artificiale?

L’intelligenza artificiale è una tecnologia informatica che rivoluziona il modo in cui l'uomo interagisce con la macchina, e le macchine tra di loro, infatti è il meccanismo attraverso cui le macchine e i sistemi informatici simulano i processi di intelligenza umana. Le applicazioni utilizzate dall’intelligenza artificiale includono sistemi come l'elaborazione del linguaggio naturale, il riconoscimento vocale e la visione artificiale e l’elaborazione di grandi volumi di dati.

L’AI permette ad un robot di ottenere qualità di calcolo che gli permettono di compiere operazioni e "ragionamenti" complessi e anche di riconoscere e a imparare dagli errori, caratteristiche che fino a poco tempo fa si pensava potessero essere appannaggio esclusivo dell’essere umano. Negli anni questa disciplina ha fornito un importante contributo al progresso dell’intera informatica, ed è stata influenzata da numerose discipline fra le quali la filosofia, la matematica, la psicologia, la cibernetica, le scienze cognitive.

Oggi, in Italia e nel mondo, l'intelligenza artificiale viene utilizzata nelle aziende e non solo, per accelerare il processo produttivo e svolgere compiti che all'uomo richiederebbero molto tempo. Potrebbero esserci impatti importanti sulle attività di impresa e sulle pubbliche amministrazioni, ma potrebbe anche migliorare la vita delle persone, con tutte le implicazioni etiche e filosofiche che ne derivano. Alla luce di ciò è necessario conoscere bene questo strumento affinché si ottengano effettivi benefici dal suo utilizzo e generare una sfera di luce in un mondo per molti ancora “oscuro”.

Quando è nata l'intelligenza artificiale

Siamo portati a pensare che l’AI sia un fenomeno recente e che abbia visto la luce negli ultimi anni grazie allo sviluppo tecnologico, ma in realtà i primi studi in materia di intelligenza artificiale, le origini e la sua storia come disciplina scientifica risalgono agli anni cinquanta del secolo scorso. Fu proprio in questo periodo di grande fermento scientifico che si tenne il primo convegno a cui presero parte i maggiori esperti di informatica dell’epoca, tra cui Alan Turing, che è considerato uno dei padri dell’informatica moderna e il padre dell’AI, seppur solo a livello teorico.

Dopo i primi studi degli anni cinquanta le aspettative sull’Intelligenza Artificiale iniziarono ad aumentare, ma a causa della mancanza di capacità di calcolo adeguata dei dispositivi dell’epoca il processo evolutivo dell’AI ha subito un rallentamento.

L'attuale utilizzo dell“intelligenza artificiale

A partire dal 2022 si è iniziato a parlare di intelligenza artificiale in modo sempre più frequente, soprattutto in riferimento all’ Intelligenza Artificiale Generativa, o ancora Generative AI, che utilizza algoritmi di apprendimento automatico per generare nuovi contenuti che in precedenza si basavano sulla creatività dell’uomo. Questi contenuti possono essere ad esempio testo, audio, immagini, video e codice informatico.

Il primo programma di Generative AI che ha mostrato al grande pubblico le opportunità di questo ramo dell’Intelligenza Artificiale è stato ChatGPT, lanciato sul mercato nel novembre 2022 dall’impresa statunitense OpenAI.

L’utilizzo dell’intelligenza artificiale generativa è divenuto centrale soprattutto nel mondo delle imprese, ma ha un limite importante: non è alla portata di tutti. Sono infatti le grandi imprese, le cosiddette Big Tech, ad avere un maggiore potere di investimento sul mercato. Proprio per questo motivo le piccole e medie imprese, eccellenza nel mercato italiano, devono cercare di investire in digitalizzazione e formazione, per avere un maggior grado di competitività sul mercato e affrontare le sfide di un sistema in costante crescita. È solo conoscendo a fondo un sistema così complesso che diviene possibile affrontare ambiti sfidanti e in evoluzione.

L'AI nei settori strategici

Oltre che nel mono delle imprese, l’intelligenza artificiale ha iniziato ad essere utilizzata in modo costruttivo in altri settori fondamentali, come nell’ambito della giustizia. Utilizzata nel modo corretto e nel rispetto delle normative nazionali ed europee, l’intelligenza artificiale può permettere di avere un accesso all’informazione non solo più largo e diversificato, ma anche più interattivo: i giudici, gli avvocati e altri professionisti potrebbero “navigare” tra le diverse informazioni e trovare più rapidamente le soluzioni ricercate. L’Intelligenza artificiale potrebbe essere anche usata per proporre modelli o estratti di una soluzione normativa o giurisprudenziale. Ovviamente l’elemento umano è essenziale in ambito giuridico e lo strumento tecnologico non può sostituire il ruolo del decisore, che deve sempre filtrare le informazioni e valutarne l’attendibilità.

Il medesimo discorso vale anche nel caso dell’utilizzo dell’AI nel settore della sicurezza, con la possibilità di assistere ad un incremento degli standard di sicurezza e un supporto importante per le forze dell’ordine, i servizi segreti e il sistema di prevenzione degli attacchi, soprattutto in un sistema geopolitico complesso come quello in cui viviamo.

Per quanto riguarda il settore sanitario, il campo nel quale si sono fatti più progressi in termini di utilizzo dell’intelligenza artificiale, come supporto per i medici è quello diagnostico, in particolare nell'area oncologica, respiratoria o cardiologica. Dopo aver istruito una macchina nell’interpretare immagini fornite tramite radiografie, ecografie, TAC, elettrocardiogrammi e da esami provenienti dall’analisi di campioni di tessuti biologici (istologici), è possibile identificare, con un buon grado di affidabilità, patologie tumorali, cardiovascolari, dermatologiche, respiratorie. Un'altra area sulla quale si sta lavorando molto è quella legata ai sistemi di predizione, in grado di identificare possibili patologie ancora prima che queste si manifestino. Ad esempio, grazie all'analisi degli elettrocardiogrammi e alla storia clinica del paziente è possibile predire se una persona sia o meno a rischio di sviluppare patologie cardiovascolari, come fibrillazione atriale o scompenso cardiaco. Strumenti simili permettono di predire con una accuratezza e in anticipo di 6 anni lo sviluppo di un tumore del polmone. Infine l’AI può fornire supporto ai medici perché in grado di suggerire il modo migliore di gestire o trattare dal punto di vista farmacologico la patologia di un paziente.

Intelligenza artificiale e etica

Quanto precedentemente analizzato, evidenzia l’importanza dell’utilizzo dell’AI, ma è bene sottolineare che l’utilizzo della tecnologia deve avvenire sempre in modo consapevole. Infatti, grazie all’Intelligenza Artificiale i processi decisionali che coinvolgono l’essere umano vengono trasformati e potenziati, ma sono allo stesso tempo esposti a nuovi rischi che devono essere valutati in termini di etica, ovvero in termini di capacità di rispettare o di far evolvere consapevolmente i principi di riferimento. In concreto e per fare un esempio le questioni legate alla privacy dei dati personali, alla cyber-sicurezza, all’affidabilità e qualità delle informazioni, alla loro integrità, alla responsabilità nel considerare la gestione del dato in relazione ai diritti fondamentali dell’uomo, rappresentano tutti fattori che rientrano in un rapporto tra Intelligenza Artificiale ed Etica. Non ci sono regole universali “etiche” che guidano lo sviluppo e non ci sono regole tali da riuscire a imporre un comportamento etico agli individui che, in azienda o nella vita sociale, utilizzano intelligenza artificiale e dati, ma grazie al buon senso e soprattutto ad un chiaro perimetro legislativo è possibile offrire delle tutele contro i rischi in un sistema complesso, ma in esponenziale crescita.

A cura di Fondo EASI – Fondo di Assistenza Sanitaria Integrativa

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