Normale glicemia a digiuno: una finestra sul nostro futuro cardiovascolare

Normale glicemia a digiuno: una finestra sul nostro futuro cardiovascolare

Normale glicemia a digiuno: una finestra sul nostro futuro cardiovascolare



Indice:

  • Cosa indica la glicemia: c’è una soglia di sicurezza?
  • Le varie sfumature del diabete
  • Ma se sono sano che senso ha dosare la glicemia?
  • Glicemia: il collante tra ictus, infarto e scompenso cardiaco
 

Cosa indica la glicemia: c’è una soglia di sicurezza?

La glicemia rappresenta la quantità di glucosio dosabile nel sangue. Esistono diverse definizioni di “glicemia” a seconda di quando viene dosata rispetto all’ultima assunzione di zuccheri. La più semplice è rappresentata dalla glicemia a digiuno (detta anche fasting plasma glucose, FPG). Questo esame molto semplice in realtà è in grado di svelarci come funziona il nostro metabolismo degli zuccheri. Esiste un valore soglia per indicare se un soggetto è affetto da diabete e questo è rappresentato da un valore di glicemia superiore o uguale a 126 mg/dl. Non dobbiamo aspettare di avere quel valore, né pensare di essere sani se abbiamo un valore anche di poco inferiore, come ad esempio 120 mg/dl! Infatti si è evidenziato in molti studi che esiste una relazione di tipo “continuo” tra il valore base di glicemia a digiuno e rischio cardiovascolare, ovvero l’iperglicemia, anche nel range di valori non diagnostici per diabete, rappresenta un fattore di rischio progressivo e continuo per patologie cardiovascolari. Un soggetto normale dovrebbe avere una glicemia a digiuno inferiore a 100 mg/dl ed una glicemia post-carico (definita come due ore dall’ultima somministrazione di carico di zuccheri) inferiore a 140 mg/dl.
Esistono anche degli esami che ci svelano la media delle glicemie degli ultimi tre mesi: in questo caso abbiamo la fotografia esatta di come il nostro metabolismo ha gestito gli zuccheri nel sangue. Questo è un parametro molto importante per chi ha un noto diabete: aver centrato un valore di emoglobina glicata inferiore al 6.3% indicato aver centrato l’obiettivo di un ottimo controllo glicemico!!!

Le varie sfumature del diabete

Il diabete mellito prende il suo nome in parte dal greco (diabaìno = passare attraverso) e in parte dal latino (mellitus = dolce) ed unendo questi due concetti appare evidente come si riferisca al riscontro già noto nell’antichità dai primi medici del fatto che vi fossero delle persone con un manifesto passaggio di sostanze dolci (glucosio) nelle urine. La medicina moderna riconosce due sostanziali tipi di diabete. Il diabete tipo 1 è una malattia cronica, autoimmune ovvero una situazione il sistema immunitario impazzisce e comporta la distruzione di cellule dell'organismo riconosciute come estranee e verso le quali vengono prodotti degli anticorpi (autoanticorpi) che le attaccano: in particolare nel diabete tipo 1 il pancreas non è in grado di produrre insulina a causa della distruzione delle beta-cellule che sono deputate alla produzione di questo ormone. Riguarda circa il 5-10% delle persone affette da diabete e in genere insorge nell'infanzia o nell'adolescenza, ma può manifestarsi anche negli adulti. I sintomi nei bambini sono spesso una pipì abbondante con necessità impellente di urinare, molta sete; improvvisa perdita di peso, senza alcuna causa, dolori addominali, nausea e vomito, stanchezza o debolezza.
l diabete mellito di tipo 2, detto anche diabete dell'adulto, rappresenta il 90% dei casi di diabete. È una malattia cronica non trasmissibile caratterizzata da elevati livelli di glucosio nel sangue ed è dovuta a un'alterazione della quantità o del meccanismo d'azione dell'insulina. Rispetto al tipo 1 è una condizione acquisita con il progredire dell’età e la parola che meglio lo caratterizza è “subdolo”! Infatti il diabete tipo 1 (che tra l’altro è quello che interessa la stragrande maggioranza dei diabetici), e ha un inizio spesso asintomatico. Non si può aspettare di avere i sintomi per porsi dubbi: i sintomi si manifestano quando il glucosio che circola nel sangue ha già raggiunto livelli elevati. Proprio per questo dosare la glicemia ci può permettere di conoscere delle condizioni che precedono il diabete conclamato e che possono risolversi con una dieta adeguata ed un corretto stile di vita! Avere una glicemia intermedia tra 100 e 125 mg/dl identifica la cosiddetta “alterata glicemia a digiuno” e questo significa cambiare il nostro stile di vita.

Ma se sono sano che senso ha dosare la glicemia?

Una glicemia alterata a digiuno non ci fa sentire alcun sintomo anche se sotto sotto gli zuccheri e l’alterata produzione di insulina stanno rosicchiando il nostro apparato cardiovascolare. Il legame tra malattie cardiovascolari e diabete anche nelle sue forme iniziali è fortissimo tanto da far considerare la alterata glicemia a digiuno lo specchio di un apparato cardiovascolare zoppicante di per sé. Proprio per questi motivi sarebbe opportuno che ognuno di noi alla soglia dei 40 anni (anche prima se si hanno parenti con diabete tipo 2) eseguisse un prelievo per il dosaggio della glicemia. Inoltre è stato dimostrato che i soggetti appartenenti alle categorie con glicemie più alte, pur nell’ambito normale, presentano un rischio più elevato di patologie cardiovascolari rispetto alla categoria più bassa, indipendentemente dal tipo di indice glicemico valutato. Aggiungiamo poi che la prevenzione è la parola d’ordine: abolendo il fumo, controllando la pressione arteriosa e normalizzando l’assetto lipidico e glicemico affidiamo al nostro asse cardiovascolare al miglior broker assicurativo!

Glicemia: il collante tra ictus, infarto e scompenso cardiaco

Infarto miocardico ed eventi ischemici cerebrali come l’ictus rappresentano le due facce della stessa medaglia, ovvero l’attacco che il nostro apparato cardiocircolatorio subisce da parte dell’aterosclerosi. Il diabete è una potente benzina sul fuoco della malattia aterosclerotica ed esserne affetti, soprattutto in giovane età, ha un impatto importante sulla prognosi: è quindi della massima importanza sottoporre a screening i pazienti con malattie cardiovascolari per il diabete e valutare il rischio cardiovascolare negli individui con diabete e valutarli per malattie cardiovascolari e renali. La presenza di diabete è stata recentemente presa in considerazione anche come fattore aggravante lo scompenso cardiaco indipendentemente dalla causa che inizialmente lo ha scatenato. Lo scompenso cardiaco è una malattia grave che nasce da lontano nella storia di un individuo e la sua causa più frequente è la cardiopatia ischemica cronica, proprio quella che è causata dal diabete. Ecco quindi che se alcuni anni fa il nostro malato di scompenso cardiaco non avesse avuto paura di controllare la glicemia a digiuno senza rimandarne il dosaggio a tempi migliori (magari ripromettendosi di dosarla dopo gli effetti di una dieta mai arrivata”!) avrebbe scongiurato questa terribile patologia cardiaca.
Quindi con coraggio quanto decidiamo di intraprendere un nuovo stile di vita con abolizione del fumo in favore di una sana attività fisica, non dimentichiamoci di dosare la nostra glicemia!

Prof.ssa Martina Perazzolo Marra,
Dipartimento di Scienze Cardio-Toraco-Vascolari e Sanità Pubblica
Università degli Studi di Padova

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