SALUTE

La benzina del nostro organismo: ionemia ed emoglobina sotto inchiesta d'estate

Il sintomo “astenia”

I sintomi rappresentano le sensazioni fisiche obiettivabili che un soggetto percepisce e che aiutano il medico ad orientarsi verso una diagnosi di malattia o al contrario verso una condizione che non necessariamente rappresenta una patologia. Vi sono sintomi che chiaramente indirizzano verso una diagnosi ed invece altri molto aspecifici che necessitano plurimi approfondimenti che non riescono da subito ad attribuire una etichetta predefinita pur in presenza di un soggetto che di fatto si sente poco bene. Tra questi sintomi il grande “mimo” è rappresentato dalla cosiddetta astenia, ovvero una sensazione di generale debolezza in cui si percepisce una riduzione della forza muscolare che spesso non scompare a riposo. Il sintomo astenia occupa questa newsletter estiva perché questo è il mese in cui più spesso essa si manifesta essendo esacerbata dallo stato meteorologico estivo! È invece questo il momento opportuno per capire quanto dell’astenia sia dovuto alla stagionalità, quanto invece ad una problematica più profonda. Il primo aspetto da valutare di fronte a questo sintomo è sicuramente quello di non banalizzare o liquidare la diagnosi attribuendo al caldo ogni cosa. Il secondo passo è quello sicuramente di analizzare nel nostro sangue due componenti fondamentali che, se alterati, possono determinare una profonda astenia anche invalidante, ovvero il dosaggio degli ioni (elettroliti) e la valutazione della nostra emoglobina mediante l’analisi dell’emocromo.

Cosa ci indica la ionemia

La ionemia (ovvero il dosaggio degli ioni dal prelievo di sangue venoso periferico) rappresenta la quantificazione degli elettroliti, in particolare il sodio, potassio, cloro, magnesio, calcio e fosfato rappresentano dei minerali che essendo caratterizzati da una carica elettrica sono la “moneta di scambio” per la genesi del passaggio elettrico di tutte le cellule in particolari quelle muscolari, cuore compreso. Gli elettroliti, infatti, sono la base dell’attività muscolare e neurologica. Dal punto di vista cardiologico poi le alterazioni dell’equilibrio idroelettrolitico sono cruciali per il regolare ritmo cardiaco. Ad esempio, la concentrazione di potassio è cruciale per il ritmo cardiaco e la frequenza cardiaca: una concentrazione eccessiva di potassio può portare ad aritmie ipocinetiche del cuore (cioè batte troppo poco, bradicardia) che può evolvere fino a blocchi completi. Al contrario una quantità scarsa di potassio nel sangue (ipopotassiemia, detta anche ipokaliemia) induce ad aritmie veloci (ipercinetiche) fino alla tachicardia ventricolare o ancora peggio la fibrillazione ventricolare che porta a morte il paziente. Le alterazioni della ionemia possono essere in prima ipotesi riconducibili allo stato idrico del soggetto. Infatti, dalla valutazione della ionemia è possibile valutate lo stato di idratazione del nostro corpo (ovvero l’eventuale carenza di acqua). In caso di alterazioni importanti è fondamentale pensare subito ad una malattia renale ed a un disturbo con acidosi metabolica serio come ad esempio il diabete. Buona norma in situazioni non patologiche è bene conoscere la ionemia di base in quanto, ad esempio, in presenza di ipertensione arteriosa in un giovane con valori persistentemente bassi di potassio bisogna pensare ad una causa endocrinologica dell’ipertensione e quindi curabile in maniera mirata. Ancor più, sapendo le nostre carenze elettrolitiche soprattutto d’estate e/o in condizioni di deplezione di liquidi come induce lo sport possiamo ripristinarle in maniera mirata!

Come interpretare la mia emoglobina ed i parametri da essa derivati

L’astenia, la stanchezza marcata che non lascia tregua ha anche un secondo target diagnostico al momento della prescrizione degli esami ematochimici, ovvero l’emocromo. La valutazione dell’emocromo rappresenta la valutazione su sangue periferico della conta dei globuli rossi e delle piastrine, nonché la concentrazione dell’emoglobina e la conta differenziale dei leucociti. I globuli rossi sono le cellule direttamente responsabili del trasporto dell’emoglobina nel sangue e quindi dell’ossigeno e del ferro. Ad essi è strettamente legata la valutazione dell’emoglobina che indica la percentuale di sangue composta da cellule. I valori normali di emoglobina differiscono tra uomo e donna e sono rappresentati dai seguenti intervalli rispettivamente: uomini 13,5 – 18 g/dl; donne 12-16 g/d. D’altro canto un parametro importante riportato nel referto è l’ematocrito, ovvero il valore che indica la percentuale di sangue della parte cellulare rispetto a quella liquida e risente in modo importante dello stato di idratazione del soggetto. Il valore normale di ematocrito è compreso tra 37 e 47%. La più frequente alterazione legata all’emoglobina è la sua riduzione nota anche come anemia. Essa può essere una condizione ereditaria familiare (pensiamo all’anemia mediterranea) o invece legata ad un sanguinamento. In medicina è bene partire dalle cause più probabili in senso statistico per evitare esami ed ansia inutili: in questo caso di fronte ad una anemia innanzitutto occorre valutare se il soggetto è femminile e se ha un ciclo di mestruazioni abbondanti ed indagare quel versante. Altra condizione da indagare è la perdita di sangue con le feci: se rosso vivo sarà verosimile la presenza di emorroidi, in altri casi sarà fondamentale eseguire il cosiddetto dosaggio del sangue occulto nelle feci. In assenza delle alterazioni riferibili alle citate condizioni sopra indicate sarà l’ematologo a dirci se quella astenia abbinata all’anemia è un sintomo di cui dobbiamo preoccuparci!

Se prendo terapia di qualche tipo devo controllare ionemia e creatinina?

Vi sono molte condizioni che necessitano di terapia medica domiciliare in cronico, ad esempio in ambito cardiovascolare l’ipertensione arteriosa, lo scompenso cardiaco o più banalmente la fibrillazione atriale ad esempio. La terapia medica in cronico per le patologie cardiovascolari oltre a non essere “scritta sulla pietra” in quanto suscettibile di aggiustamenti posologici in base a varie condizioni (pensiamo per esempio alla sola variazione del peso corporeo) è modulabile e comunque necessita di un controllo bioumorale, ovvero mediante esami del sangue che ne verifichino gli eventuali effetti collaterali. In particolare, proprio la ionemia e l’emocromo rappresentano il pacchetto base degli esami da monitorare almeno 1 volta ogni 1-2 mesi nel caso sia assumano farmaci antiipertensivi che agiscano sul potassio (ad esempio ACE-inibitori, sartanici) o sulla diuresi come i diuretici. Attualmente la moderna terapia dello scompenso cardiaco si basa su alcuni “pilastri” farmacologici che pur avendo migliorato nettamente la prognosi del paziente richiedono un attento controllo della potassiemia. In ambito cardiovascolare sono molto utilizzati in alcune patologie (come, ad esempio, la fibrillazione atriale) i farmaci cosiddetti anticoagulanti che ci salvano la vita prevenendo eventuali trombosi, ma che d’altro canto possono facilitare piccoli sanguinamenti che dobbiamo controllare mediante il dosaggio periodico dell’emocromo.

 

Prof.ssa Martina Perazzolo Marra,

Dipartimento di Scienze Cardio-Toraco-Vascolari e Sanità Pubblica
Università degli Studi di Padova

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